I 35 Quartieri di Roma - secondo grado di suddivisione toponomastica -, territorio urbanizzato esterno alle Mura Aureliane, si dividono in 32 urbani e 3 marini (o marittimi); questa divisione tra “urbani” e “marini" (o marittimi) è tuttavia puramente enciclopedica, e non ha valenza toponomastica in senso stretto.
I primi quindici quartieri (quartieri che vanno dal I al XV) sono stati ufficialmente istituiti, dopo un primo tracciamento effettuato nel 1911 (...ai soli fini demografici e statistici...), nel 1921, con Delibera della Giunta Municipale n° 20 del 20 agosto, la quale li considerò come "entità suburbane", che affiancavano i preesistenti rioni nella espansione territoriale verso l'agro romano.
Il sedicesimo e il diciassettesimo quartiere (Q. XVI - Q. XVII) sono stati istituiti nel 1924 (Deliberazione del Governatore n. 1087 del 16 luglio 1924) e nel 1926 (Deliberazione del Governatore n° 3454 del 24 maggio 1926), dopo un primo tracciamento anch'esso risalente al 1911.
Il diciottesimo quartiere non codificato fu il "Nuovo Quartiere dell'Esposizione" (Deliberazione del governatore Giangiacomo Borghese 18 marzo 1940 n. 943).
Il diciottesimo quartiere (Q. XVIII) è stato istituito nel 1946 (Delibera di Giunta n° 3241 del 13 settembre 1946).
Il diciannovesimo quartiere - successivamente soppresso nel 1961 - fu il "Quartiere del Lido" (Deliberazione del governatore Giangiacomo Borghese 18 marzo 1940 n. 943).
I quartieri dal diciannovesimo al trentacinquesimo (quartieri che vanno dal XIX al XXXV) sono stati istituiti nel 1961 (Delibera del Commissario Straordinario n° 2453 del 13 settembre): taluni (il XIX, il XX, il XXXIII, il XXXIV e il XXXV) ricavandoli da quartieri preesistenti; i rimanenti, in conseguenza dell’ulteriore allargamento del territorio urbano verso l'area fino ad allora considerata come il generico agro.
I confini attuali dei 35 quartieri di Roma hanno subito, nel corso di questi oltre 95 anni, delle modifiche: alcune strutturali ed importanti, altre di minore entità.
I primi 15 quartieri, all'atto della loro istituzione nel 1921, presentavano dei confini assai ridotti rispetto agli attuali: confini che vennero rivisti con la Delibera del Governatore n° 1222 del 27 febbraio 1932. Difatti, "... (omissis)... allo scopo di adattare le circoscrizioni allo stato di fatto creatosi per effetto dell'intenso movimento edilizio e demografico, si ritenne necessario modificare i limiti dei quartieri i quali assorbirono, in diverse proporzioni, una parte del circostante suburbio, mentre i suburbi assorbirono una parte dell'agro romano... (omissis)".
I quartieri Parioli e Pinciano, il 24 maggio 1926 (Delibera Governatoriale n° 3454), sono stati protagonisti di uno scambio di territorio: il Pinciano si accrebbe a scapito dei Parioli.
Il quartiere Salario, dopo un lustro esatto dalla sua istituzione fu ridotto di superficie per far posto all'intero quartiere Savoia - oggi Trieste (Delibera Governatoriale n° 3454 del 24 maggio 1926);
Il quartiere Prenestino-Labicano, dopo 40 anni dalla sua istituzione fu ridotto parzialmente di superficie per far posto all’attiguo quartiere Prenestino-Centocelle il quale infatti mutua la prima parte del suo nome (Delibera del Commissario Straordinario n° 2453 del 13 settembre 1961).
Altre modifiche rilevanti di territorio riguardarono, nel 1951, la cessione di una parte del quartiere Prenestino-Labicano a favore del quartiere Tiburtino (normalizzata nel dizionario Toponomastico del 1° marzo 1954) e nel 1991 la cessione di una piccola parte del quartiere Pietralata a favore dell'attiguo quartiere Ponte Mammolo (Delibera di Giunta n° 718 del 28 gennaio 1991).
A parte queste importanti modifiche suesposte, nessun quartiere è oggi sostanzialmente più grande o più piccolo di quanto non lo fosse cinque, dieci, cinquanta o novanta anni fa, ma in ogni caso avvennero, vagamente citati nelle delibere delle rispettive epoche, altri piccoli cambiamenti o aggiustamenti di territorio, tutto sommato irrilevanti ai fini di una comprensione dell'insieme .
Tutte queste modifiche territoriali verranno esposte caso per caso nell'apposito album tematico dei quartieri.
Con delibera governatoriale n° 3535 del 28 maggio 1926 venne rivisto e ridefinito il concetto di "Suburbio", peraltro già tracciato come concetto di "antico suburbio", cioè di territorio esterno ai rioni (e quindi alle Mura Aureliane), sin dal 1870 e confermato tale nel 1911.
Con modalità e tempi non del tutto chiari, prima 10, poi 11 e infine 12 dei diciassette quartieri furono corredati del corrispondente suburbio, che rappresentava la loro prosecuzione radiale verso il generico ed indistinto agro. A 5 quartieri non fu attribuito il rispettivo suburbio: il Q. I, il Q. III, il Q. IV, il Q. XVI e il Q. XVII, per i motivi che esporremo nello specifico album.
I tre quartieri marini, che poi sono gli ultimi 3 quartieri di Roma, si affacciano sul mar Tirreno e sono i lidi di Ostia Ponente, di Ostia Levante e di Castelfusano, e sono territorialmente distaccati dagli altri quartieri. I quartieri anzidetti, codificati con le sigle Q. XXXIII, XXXIV, XXXV sostituiscono il preesistente Q. XIX, quartiere del Lido, definito con delibera governativa n° 943 del 18 marzo 1940 e vigente fino al 1961.
Nel corso degli anni 4 quartieri hanno cambiato nome, secondo i termini che seguono.
1) Il quartiere Della Vittoria, istituito nel 1921 come “Milvio”, assunse il nome attuale nel 1935 (Delibera del Governatore del 23 maggio 1935).
2) Il quartiere Pinciano, istituito nel 1921 con tale nome, nel 1926 assunse il nome di Vittorio Emanuele III (Delibera Governatoriale n° 3454 del 24 maggio 1926) e nel 1946 riprese il nome originario (delibera di Giunta n° 3241 del 13 settembre 1946).
3) Il quartiere Trieste, istituito nel 1926 con il nome di “Savoia”, assunse il nome attuale esattamente 20 anni dopo (delibera del Governatore di Roma n° 3241 del 13 settembre 1946):
4) Il quartiere Europa (ultimo quartiere urbano della Capitale) risale al 1938 con il nome ufficioso di E 42 (divenuto ufficialmente "nuovo quartiere dell'Esposizione" con deliberazione del governatore Giangiacomo Borghese 18 marzo 1940 n. 943), ma a tale nome non fu mai attribuito un numero progressivo: difatti il quartiere dell'Esposizione, che sarebbe dovuto essere il 18° e pertanto codificato sulle targhe stradali con la dicitura "Q. XVIII", non assunse mai tale codificazione che verrà invece riservata, nel 1946, al quartiere Tor di Quinto; dal 1961 prese il nome provvisorio di E.U.R. (Delibera n° 2453 del 13 settembre 1961) e la mutazione di questo nome nell’attuale “Europa” avvenne solamente 4 anni dopo (delibera n° 2509 del 5 maggio 1965).
La delibera 2453 del 13 settembre 1961, ad opera del Commissario Straordinario, rappresenta una pietra miliare per la toponomastica romana. Raffigura infatti ciò che è oggi l’attuale e vigente suddivisione in quartieri che risale pertanto a poco più di 50 anni fa.
In quella occasione il Commissario Straordinario sancì:
• la definizione ed istituzione degli ultimi quartieri e la pubblicazione del loro elenco definitivo;
• la istituzione delle zone (che sono oggetto di trattazione sull'apposito album) e la pubblicazione del loro elenco definitivo (che tuttavia vedrà una modifica nel 1993);
• la (conseguente) riorganizzazione di un enorme numero di strade del territorio comunale.
Da allora cambiamenti sia numerici che territoriali sui quartieri non sono più avvenuti fino a tutt'oggi anno 2021.
Pertanto possiamo ricordare, per l’ennesima volta ormai, che nei 40 anni esatti che andarono dal 1921 al 1961 ebbe luogo la organizzazione territoriale che vide l’istituzione e il completamento, via via nel tempo, di tutti i 35 quartieri, più i suburbii della Capitale.
La lista completa dei quartieri, in ordine di numero, si trova nell'album "divisione toponomastica ufficiale del comune di Roma"
I primi quindici quartieri (quartieri che vanno dal I al XV) sono stati ufficialmente istituiti, dopo un primo tracciamento effettuato nel 1911 (...ai soli fini demografici e statistici...), nel 1921, con Delibera della Giunta Municipale n° 20 del 20 agosto, la quale li considerò come "entità suburbane", che affiancavano i preesistenti rioni nella espansione territoriale verso l'agro romano.
Il sedicesimo e il diciassettesimo quartiere (Q. XVI - Q. XVII) sono stati istituiti nel 1924 (Deliberazione del Governatore n. 1087 del 16 luglio 1924) e nel 1926 (Deliberazione del Governatore n° 3454 del 24 maggio 1926), dopo un primo tracciamento anch'esso risalente al 1911.
Il diciottesimo quartiere non codificato fu il "Nuovo Quartiere dell'Esposizione" (Deliberazione del governatore Giangiacomo Borghese 18 marzo 1940 n. 943).
Il diciottesimo quartiere (Q. XVIII) è stato istituito nel 1946 (Delibera di Giunta n° 3241 del 13 settembre 1946).
Il diciannovesimo quartiere - successivamente soppresso nel 1961 - fu il "Quartiere del Lido" (Deliberazione del governatore Giangiacomo Borghese 18 marzo 1940 n. 943).
I quartieri dal diciannovesimo al trentacinquesimo (quartieri che vanno dal XIX al XXXV) sono stati istituiti nel 1961 (Delibera del Commissario Straordinario n° 2453 del 13 settembre): taluni (il XIX, il XX, il XXXIII, il XXXIV e il XXXV) ricavandoli da quartieri preesistenti; i rimanenti, in conseguenza dell’ulteriore allargamento del territorio urbano verso l'area fino ad allora considerata come il generico agro.
I confini attuali dei 35 quartieri di Roma hanno subito, nel corso di questi oltre 95 anni, delle modifiche: alcune strutturali ed importanti, altre di minore entità.
I primi 15 quartieri, all'atto della loro istituzione nel 1921, presentavano dei confini assai ridotti rispetto agli attuali: confini che vennero rivisti con la Delibera del Governatore n° 1222 del 27 febbraio 1932. Difatti, "... (omissis)... allo scopo di adattare le circoscrizioni allo stato di fatto creatosi per effetto dell'intenso movimento edilizio e demografico, si ritenne necessario modificare i limiti dei quartieri i quali assorbirono, in diverse proporzioni, una parte del circostante suburbio, mentre i suburbi assorbirono una parte dell'agro romano... (omissis)".
I quartieri Parioli e Pinciano, il 24 maggio 1926 (Delibera Governatoriale n° 3454), sono stati protagonisti di uno scambio di territorio: il Pinciano si accrebbe a scapito dei Parioli.
Il quartiere Salario, dopo un lustro esatto dalla sua istituzione fu ridotto di superficie per far posto all'intero quartiere Savoia - oggi Trieste (Delibera Governatoriale n° 3454 del 24 maggio 1926);
Il quartiere Prenestino-Labicano, dopo 40 anni dalla sua istituzione fu ridotto parzialmente di superficie per far posto all’attiguo quartiere Prenestino-Centocelle il quale infatti mutua la prima parte del suo nome (Delibera del Commissario Straordinario n° 2453 del 13 settembre 1961).
Altre modifiche rilevanti di territorio riguardarono, nel 1951, la cessione di una parte del quartiere Prenestino-Labicano a favore del quartiere Tiburtino (normalizzata nel dizionario Toponomastico del 1° marzo 1954) e nel 1991 la cessione di una piccola parte del quartiere Pietralata a favore dell'attiguo quartiere Ponte Mammolo (Delibera di Giunta n° 718 del 28 gennaio 1991).
A parte queste importanti modifiche suesposte, nessun quartiere è oggi sostanzialmente più grande o più piccolo di quanto non lo fosse cinque, dieci, cinquanta o novanta anni fa, ma in ogni caso avvennero, vagamente citati nelle delibere delle rispettive epoche, altri piccoli cambiamenti o aggiustamenti di territorio, tutto sommato irrilevanti ai fini di una comprensione dell'insieme .
Tutte queste modifiche territoriali verranno esposte caso per caso nell'apposito album tematico dei quartieri.
Con delibera governatoriale n° 3535 del 28 maggio 1926 venne rivisto e ridefinito il concetto di "Suburbio", peraltro già tracciato come concetto di "antico suburbio", cioè di territorio esterno ai rioni (e quindi alle Mura Aureliane), sin dal 1870 e confermato tale nel 1911.
Con modalità e tempi non del tutto chiari, prima 10, poi 11 e infine 12 dei diciassette quartieri furono corredati del corrispondente suburbio, che rappresentava la loro prosecuzione radiale verso il generico ed indistinto agro. A 5 quartieri non fu attribuito il rispettivo suburbio: il Q. I, il Q. III, il Q. IV, il Q. XVI e il Q. XVII, per i motivi che esporremo nello specifico album.
I tre quartieri marini, che poi sono gli ultimi 3 quartieri di Roma, si affacciano sul mar Tirreno e sono i lidi di Ostia Ponente, di Ostia Levante e di Castelfusano, e sono territorialmente distaccati dagli altri quartieri. I quartieri anzidetti, codificati con le sigle Q. XXXIII, XXXIV, XXXV sostituiscono il preesistente Q. XIX, quartiere del Lido, definito con delibera governativa n° 943 del 18 marzo 1940 e vigente fino al 1961.
Nel corso degli anni 4 quartieri hanno cambiato nome, secondo i termini che seguono.
1) Il quartiere Della Vittoria, istituito nel 1921 come “Milvio”, assunse il nome attuale nel 1935 (Delibera del Governatore del 23 maggio 1935).
2) Il quartiere Pinciano, istituito nel 1921 con tale nome, nel 1926 assunse il nome di Vittorio Emanuele III (Delibera Governatoriale n° 3454 del 24 maggio 1926) e nel 1946 riprese il nome originario (delibera di Giunta n° 3241 del 13 settembre 1946).
3) Il quartiere Trieste, istituito nel 1926 con il nome di “Savoia”, assunse il nome attuale esattamente 20 anni dopo (delibera del Governatore di Roma n° 3241 del 13 settembre 1946):
4) Il quartiere Europa (ultimo quartiere urbano della Capitale) risale al 1938 con il nome ufficioso di E 42 (divenuto ufficialmente "nuovo quartiere dell'Esposizione" con deliberazione del governatore Giangiacomo Borghese 18 marzo 1940 n. 943), ma a tale nome non fu mai attribuito un numero progressivo: difatti il quartiere dell'Esposizione, che sarebbe dovuto essere il 18° e pertanto codificato sulle targhe stradali con la dicitura "Q. XVIII", non assunse mai tale codificazione che verrà invece riservata, nel 1946, al quartiere Tor di Quinto; dal 1961 prese il nome provvisorio di E.U.R. (Delibera n° 2453 del 13 settembre 1961) e la mutazione di questo nome nell’attuale “Europa” avvenne solamente 4 anni dopo (delibera n° 2509 del 5 maggio 1965).
La delibera 2453 del 13 settembre 1961, ad opera del Commissario Straordinario, rappresenta una pietra miliare per la toponomastica romana. Raffigura infatti ciò che è oggi l’attuale e vigente suddivisione in quartieri che risale pertanto a poco più di 50 anni fa.
In quella occasione il Commissario Straordinario sancì:
• la definizione ed istituzione degli ultimi quartieri e la pubblicazione del loro elenco definitivo;
• la istituzione delle zone (che sono oggetto di trattazione sull'apposito album) e la pubblicazione del loro elenco definitivo (che tuttavia vedrà una modifica nel 1993);
• la (conseguente) riorganizzazione di un enorme numero di strade del territorio comunale.
Da allora cambiamenti sia numerici che territoriali sui quartieri non sono più avvenuti fino a tutt'oggi anno 2021.
Pertanto possiamo ricordare, per l’ennesima volta ormai, che nei 40 anni esatti che andarono dal 1921 al 1961 ebbe luogo la organizzazione territoriale che vide l’istituzione e il completamento, via via nel tempo, di tutti i 35 quartieri, più i suburbii della Capitale.
La lista completa dei quartieri, in ordine di numero, si trova nell'album "divisione toponomastica ufficiale del comune di Roma"
A tal proposito, così come per i rioni, anche per i quartieri si tenga presente il dato fondamentale: l’attuale elenco dei comprensori è completo, sin dal 1993, e non necessita né di modifiche né di aggiunte.
Pertanto, quando i noti costruttori presenti sulla piazza romana lottizzano e costruiscono palazzi o complessi residenziali, essi non creano nuovi rioni, o nuovi quartieri, o nuovi suburbii, o nuove zone come sovente la massa erroneamente asserisce: essi invece costruiscono palazzi o complessi residenziali sul territorio di zone già esistenti, ma semplicemente non ancora edificate relativamente a quella specifica porzione territoriale.
I quartieri, sulle targhe stradali di marmo, sono codificati con la lettera “Q.” abbinata ai progressivi in notazione romana, che vanno dal I al XXXV; le targhe stradali metalliche, invece, non riportano purtroppo questo progressivo in notazione.
ATTENZIONE: le mappe dei 35 quartieri che seguono sono opera di SALVATORE MEZZAPESA, Istituto Cartografico nazionale, anno 1961; ciò non costituisce un problema, ai fini della identificazione dei comprensori confinanti, poiché i confini della totalità dei quartieri sono rimasti, dal 1961 ad oggi, assolutamente immutati (salvo rare eccezioni trattate nell'apposita sezione).
Pertanto, quando i noti costruttori presenti sulla piazza romana lottizzano e costruiscono palazzi o complessi residenziali, essi non creano nuovi rioni, o nuovi quartieri, o nuovi suburbii, o nuove zone come sovente la massa erroneamente asserisce: essi invece costruiscono palazzi o complessi residenziali sul territorio di zone già esistenti, ma semplicemente non ancora edificate relativamente a quella specifica porzione territoriale.
I quartieri, sulle targhe stradali di marmo, sono codificati con la lettera “Q.” abbinata ai progressivi in notazione romana, che vanno dal I al XXXV; le targhe stradali metalliche, invece, non riportano purtroppo questo progressivo in notazione.
ATTENZIONE: le mappe dei 35 quartieri che seguono sono opera di SALVATORE MEZZAPESA, Istituto Cartografico nazionale, anno 1961; ciò non costituisce un problema, ai fini della identificazione dei comprensori confinanti, poiché i confini della totalità dei quartieri sono rimasti, dal 1961 ad oggi, assolutamente immutati (salvo rare eccezioni trattate nell'apposita sezione).
CRONOLOGIA ESSENZIALE DEI QUARTIERI:
1870-1921 = nessun quartiere: area interessata definita come generico "antico suburbio"
1921-1924 = 15 QUARTIERI (da I Flaminio a XV Milvio)
1924-1926 = 16 QUARTIERI (da I Flaminio a XVI Città Giardino-Aniene)
1926-1940 = 17 QUARTIERI (da I Flaminio a XVII Savoia)
1940-1946 = 19 QUARTIERI (da I Flaminio a XIX Quartiere del Lido con il XVIII, Esposizione, che non viene codificato)
1946-1961 = 19 QUARTIERI (da I Flaminio a XVIII Tor di Quinto + XIX Quartiere del Lido)
1961-OGGI = 35 QUARTIERI (da I Flaminio a XXXV Lido di Castelfusano)