Per alcune sue intrinseche caratteristiche, il G.R.A. di Roma merita una trattazione specifica, ed è quella che mi appresto a fornire. Mi scuso preliminarmente per la non linearità di esposizione, che deriva dal fatto di non potermi avvalere, almeno in questa sede, di tutte le mappe e i grafici in mio possesso che permetterebbero di certo una più agevole comprensione da parte di Voi lettori.
Il GRA, al pari delle strade consolari di Roma, nonché di ogni altra strada che esca radialmente dal centro verso la periferia, possiede il ben preciso ruolo di confine di specifici quartieri, suburbi e zone; ma, a differenza delle suddette strade, per le quali questo vale per il loro tragitto inevitabile di uscita dal centro di Roma e verso la direzione che comunemente viene detta "fuori Roma", il G.R.A., proprio per la sua caratteristica di perfetto anello circolare posto a 11 km circa dal miliario aureo di Roma, funge da confine nei confronti dei comprensori che si trovano "al suo interno" e quegli altri che si trovano "al suo esterno".
Questo ruolo di esatto confine (in altre parole, il G.R.A. MAI taglia o divide a metà due diversi comprensori) si è sviluppato in diversi momenti e con diverse modalità, che potremo affrontare confrontando le sue principali fasi di istituzione, che sono 4: 1951, 1952, 1955 e, infine, 1970.
Progettato nel 1948, la prima tratta (Appia-Aurelia) del G.R.A. fu inaugurata il 7 agosto 1951; a tale data, le zone toponomastiche non esistevano, così come i quartieri successivi al 17°. La tratta Appia-Aurelia pertanto fu tracciata al 98% in pieno agro romano, senza riferimenti toponomastici in quel momento esistenti, eccezion fatta per il tratto corrispondente agli attuali km dal 64 al 68 (e cioè quelli a ridosso dell'innesto con la via Aurelia, ove il G.R.A. aveva termine), manciata di km che furono tracciati sul confine più esterno del suburbio Gianicolense.
La seconda tratta del G.R.A. (Flaminia-Tiburtina) fu inaugurata l'anno successivo, il 24 luglio 1952, questa al 100% in pieno agro romano, senza riferimenti toponomastici in quel momento esistenti.
La terza tratta del G.R.A. (Tiburtina-Appia) fu inaugurata 3 anni dopo, nel 1955, anche questa al 100% in pieno agro romano, anche questa senza riferimenti toponomastici in quel momento esistenti.
I vari raddoppi di carreggiata avvenuti a partire dal 1962 (ad esempio: il raddoppio di carreggiata del 1962 Salaria-Tuscolana della presente foto), con i contestuali svincoli a quadrifoglio (e non più incroci a raso) o similari, sono irrilevanti ai fini di un discorso toponomastico, in quanto è sempre la linea teorica dello spartitraffico centrale il confine tra i comprensori interni e quelli esterni; pertanto la carreggiata interna del G.R.A., in un suo qualunque punto, appartiene al comprensorio X mentre quella corrispondente esterna, appartiene al comprensorio Y. Questo, sempre e senza alcuna eccezione.
La quarta e ultima tratta del G.R.A. (Aurelia- Flaminia) fu inaugurata 15 anni dopo, bisognò aspettare addirittura il 1970, pertanto 9 anni dopo l'istituzione delle 59 zone toponomastiche, delle quali, in questo caso, rappresentò l'esatto confine tra quelle all'esterno della carreggiata e quelle all'interno della carreggiata.
RICAPITOLANDO: le prime tre tratte del G.R.A. furono tracciate praticamente in pieno agro romano, e quindi si utilizzò il G.R.A. (ovviamente, la parte esistente) per definire i confini delle future zone, zone che sarebbero state istituite solamente anni dopo (nel 1961); la quarta tratta fu invece stavolta tracciata a zone istituite, e ne rappresentò i vari - potremmo dire naturali - confini.
Un aspetto assai curioso del G.R.A., e al contempo poco noto, è che mentre da un punto di vista codicistico esso è oggi una autostrada (A 90; precedentemente al 1979, e fin dalla sua istituzione, era una Strada Statale, senza numero identificativo e quindi menzionata come "S.S. G.R.A."), dal punto di vista toponomastico, che è poi quello che in questa sede maggiormente importa, il G.R.A. è a tutt'oggi considerato come la somma di 4 circonvallazioni:
- circonvallazione Settentrionale (da via Aurelia a via Nomentana), istituita con delibera del Consiglio Comunale n° 201 del 22/02/1952;
- circonvallazione Orientale (da via Nomentana a via Appia Nuova), istituita con con delibera del Consiglio Comunale n° 201 del 22/02/1952;
- circonvallazione Meridionale (da via Appia Nuova al ponte di Spinaceto), istituita con delibera del Consiglio Comunale n° 201 del 22/02/1952 ed infine
- circonvallazione Occidentale (dal ponte di Spinaceto a via Aurelia), istituita con delibera del Consiglio Comunale n° 201 del 22/02/1952 (*).
Ciò in ossequio alla idea primaria che sarebbe dovuto essere alla base del nome originario del G.R.A., come da schema Progettuale dello stesso (approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici), e cioè “Nuova Strada di Circonvallazione della Città di Roma” (1948), poi mai utilizzato.
Pertanto il G.R.A. si differenzia da tutte le altre strade di Roma sin dal 1951: "G.R.A." per ciò che ineriva il suo essere strada direttamente gestita dall'ANAS, e somma di quattro "Circonvallazioni" per ciò che ineriva il suo essere comunque una strada (o meglio, una somma di quattro strade) ricadenti in pieno nel territorio del comune di Roma.
(*) Stupisce la delibera univoca (201 del 22/02/1952), a fronte della realizzazione finale effettivamente differita nel tempo fra la prima tratta e l'ultima, a dimostrazione della istituzione univoca "di diritto" delle 4 circonvallazioni che avrebbero, solamente 19 anni dopo l'entrata in esercizio della prima, costituito la strada statale del G.R.A.
Il GRA, al pari delle strade consolari di Roma, nonché di ogni altra strada che esca radialmente dal centro verso la periferia, possiede il ben preciso ruolo di confine di specifici quartieri, suburbi e zone; ma, a differenza delle suddette strade, per le quali questo vale per il loro tragitto inevitabile di uscita dal centro di Roma e verso la direzione che comunemente viene detta "fuori Roma", il G.R.A., proprio per la sua caratteristica di perfetto anello circolare posto a 11 km circa dal miliario aureo di Roma, funge da confine nei confronti dei comprensori che si trovano "al suo interno" e quegli altri che si trovano "al suo esterno".
Questo ruolo di esatto confine (in altre parole, il G.R.A. MAI taglia o divide a metà due diversi comprensori) si è sviluppato in diversi momenti e con diverse modalità, che potremo affrontare confrontando le sue principali fasi di istituzione, che sono 4: 1951, 1952, 1955 e, infine, 1970.
Progettato nel 1948, la prima tratta (Appia-Aurelia) del G.R.A. fu inaugurata il 7 agosto 1951; a tale data, le zone toponomastiche non esistevano, così come i quartieri successivi al 17°. La tratta Appia-Aurelia pertanto fu tracciata al 98% in pieno agro romano, senza riferimenti toponomastici in quel momento esistenti, eccezion fatta per il tratto corrispondente agli attuali km dal 64 al 68 (e cioè quelli a ridosso dell'innesto con la via Aurelia, ove il G.R.A. aveva termine), manciata di km che furono tracciati sul confine più esterno del suburbio Gianicolense.
La seconda tratta del G.R.A. (Flaminia-Tiburtina) fu inaugurata l'anno successivo, il 24 luglio 1952, questa al 100% in pieno agro romano, senza riferimenti toponomastici in quel momento esistenti.
La terza tratta del G.R.A. (Tiburtina-Appia) fu inaugurata 3 anni dopo, nel 1955, anche questa al 100% in pieno agro romano, anche questa senza riferimenti toponomastici in quel momento esistenti.
I vari raddoppi di carreggiata avvenuti a partire dal 1962 (ad esempio: il raddoppio di carreggiata del 1962 Salaria-Tuscolana della presente foto), con i contestuali svincoli a quadrifoglio (e non più incroci a raso) o similari, sono irrilevanti ai fini di un discorso toponomastico, in quanto è sempre la linea teorica dello spartitraffico centrale il confine tra i comprensori interni e quelli esterni; pertanto la carreggiata interna del G.R.A., in un suo qualunque punto, appartiene al comprensorio X mentre quella corrispondente esterna, appartiene al comprensorio Y. Questo, sempre e senza alcuna eccezione.
La quarta e ultima tratta del G.R.A. (Aurelia- Flaminia) fu inaugurata 15 anni dopo, bisognò aspettare addirittura il 1970, pertanto 9 anni dopo l'istituzione delle 59 zone toponomastiche, delle quali, in questo caso, rappresentò l'esatto confine tra quelle all'esterno della carreggiata e quelle all'interno della carreggiata.
RICAPITOLANDO: le prime tre tratte del G.R.A. furono tracciate praticamente in pieno agro romano, e quindi si utilizzò il G.R.A. (ovviamente, la parte esistente) per definire i confini delle future zone, zone che sarebbero state istituite solamente anni dopo (nel 1961); la quarta tratta fu invece stavolta tracciata a zone istituite, e ne rappresentò i vari - potremmo dire naturali - confini.
Un aspetto assai curioso del G.R.A., e al contempo poco noto, è che mentre da un punto di vista codicistico esso è oggi una autostrada (A 90; precedentemente al 1979, e fin dalla sua istituzione, era una Strada Statale, senza numero identificativo e quindi menzionata come "S.S. G.R.A."), dal punto di vista toponomastico, che è poi quello che in questa sede maggiormente importa, il G.R.A. è a tutt'oggi considerato come la somma di 4 circonvallazioni:
- circonvallazione Settentrionale (da via Aurelia a via Nomentana), istituita con delibera del Consiglio Comunale n° 201 del 22/02/1952;
- circonvallazione Orientale (da via Nomentana a via Appia Nuova), istituita con con delibera del Consiglio Comunale n° 201 del 22/02/1952;
- circonvallazione Meridionale (da via Appia Nuova al ponte di Spinaceto), istituita con delibera del Consiglio Comunale n° 201 del 22/02/1952 ed infine
- circonvallazione Occidentale (dal ponte di Spinaceto a via Aurelia), istituita con delibera del Consiglio Comunale n° 201 del 22/02/1952 (*).
Ciò in ossequio alla idea primaria che sarebbe dovuto essere alla base del nome originario del G.R.A., come da schema Progettuale dello stesso (approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici), e cioè “Nuova Strada di Circonvallazione della Città di Roma” (1948), poi mai utilizzato.
Pertanto il G.R.A. si differenzia da tutte le altre strade di Roma sin dal 1951: "G.R.A." per ciò che ineriva il suo essere strada direttamente gestita dall'ANAS, e somma di quattro "Circonvallazioni" per ciò che ineriva il suo essere comunque una strada (o meglio, una somma di quattro strade) ricadenti in pieno nel territorio del comune di Roma.
(*) Stupisce la delibera univoca (201 del 22/02/1952), a fronte della realizzazione finale effettivamente differita nel tempo fra la prima tratta e l'ultima, a dimostrazione della istituzione univoca "di diritto" delle 4 circonvallazioni che avrebbero, solamente 19 anni dopo l'entrata in esercizio della prima, costituito la strada statale del G.R.A.
Attualmente il G.R.A. si ritrova ad avere, al suo interno, i seguenti comprensori (partendo dal km zero, cioè dallo svincolo della via Aurelia): Suburbi Aurelio e Trionfale; zone Ottavia, Tomba di Nerone, Grottarossa, [fiume Tevere], Castel Giubileo e Casal Boccone; quartiere S. Basilio; Zone Tor Cervara, Tor Sapienza, Tore Spaccata, Torre Maura, Capannelle, Torricola, Cecchignola; quartiere Giuliano Dalmata; zone Fonte Ostiense, Torrino, Tor di Valle, [fiume Tevere], Magliana Vecchia e, infine, La Pisana.
Al suo esterno i seguenti: Zone Casalotti, La Storta, La Giustinaiana, Labaro, [fiume Tevere], Marcigliana, Tor S. Giovanni, Settecamini, Acqua Vergine, Torre Angela, Torrenova, Casal Morena; Comune di Ciampino; zone Aeroporto di Ciampino, Castel di Leva, Vallerano, Tor de' Cenci, Mezzocammino, [fiume Tevere], Ponte Galeria e, infine, Castel di Guido.
A puro titolo di curiosità, il G.R.A. ricade interamente ed abbondantemente all'interno del territorio comunale; ma, in prossimità del km 43, si trova, per una manciata di chilometri appena, a confinare quasi con il comune di Ciampino, caso unico per l'intera sorte dell'anello: solo una striscia di territorio della XX zona di Roma (zona Aeroporto di Ciampino) e della XIX (Casal Morena), di 500 metri appena, fanno sì che il Comune di Ciampino non lambisca direttamente la sua carreggiata esterna.
Al suo esterno i seguenti: Zone Casalotti, La Storta, La Giustinaiana, Labaro, [fiume Tevere], Marcigliana, Tor S. Giovanni, Settecamini, Acqua Vergine, Torre Angela, Torrenova, Casal Morena; Comune di Ciampino; zone Aeroporto di Ciampino, Castel di Leva, Vallerano, Tor de' Cenci, Mezzocammino, [fiume Tevere], Ponte Galeria e, infine, Castel di Guido.
A puro titolo di curiosità, il G.R.A. ricade interamente ed abbondantemente all'interno del territorio comunale; ma, in prossimità del km 43, si trova, per una manciata di chilometri appena, a confinare quasi con il comune di Ciampino, caso unico per l'intera sorte dell'anello: solo una striscia di territorio della XX zona di Roma (zona Aeroporto di Ciampino) e della XIX (Casal Morena), di 500 metri appena, fanno sì che il Comune di Ciampino non lambisca direttamente la sua carreggiata esterna.
Dopo aver inevitabilmente ciccato l'attimo più e più volte, data la collocazione della targa che ci interessava nello spartitraffico centrale del Grande Raccordo Anulare, siamo alfine riusciti in quello che è stato il reperimento più difficile della nostra carriera di vagabondi metropolitani: la foto della "circonvallazione Settentrionale", ad opera di un impavido Bruno Tartaruga (al quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti) che, fermandosi per l'unico istante utile sulla corsia di sorpasso (la prima più a sinistra delle tre!) del raccordo, è riuscito nel preziosissimo intento di riportare la testimonianza di una targa apposta nel lontano 1952, quando fu istituito il tratto settentrionale del G.R.A., sopravvissuta miracolosamente a tutti i raddoppi di carreggiata e lavori vari di ampliamento, succedutisi senza sosta nel corso di questi ultimi decenni.
All'epoca della sua istituzione il G.R.A. era classificato come una strada statale (S.S. G.R.A.) per ciò che concerneva l'A.N.A.S., e al contempo come una normalissima strada comunale in quanto ricadente interamente nel territorio di Roma, e pertanto dotato delle consuete targhe toponomastiche.
Noterete di certo la assenza, in alto a destra della targa, della sigletta di identificazione del comprensorio perché nel 1952 - come ormai ben sappiamo - le 59 zone toponomastiche non erano ancora state istituite e pertanto ci si trovava in pieno ed indistinto "agro romano".
Quell'esatto punto della circonvallazione Settentrionale, corrispondente all'attuale km 20+200 del G.R.A. ricade, a partire dal 1961, nelle zone Z. III Marcigliana (la carreggiata esterna) e Z. II Castel Giubileo (la carreggiata interna).
All'epoca della sua istituzione il G.R.A. era classificato come una strada statale (S.S. G.R.A.) per ciò che concerneva l'A.N.A.S., e al contempo come una normalissima strada comunale in quanto ricadente interamente nel territorio di Roma, e pertanto dotato delle consuete targhe toponomastiche.
Noterete di certo la assenza, in alto a destra della targa, della sigletta di identificazione del comprensorio perché nel 1952 - come ormai ben sappiamo - le 59 zone toponomastiche non erano ancora state istituite e pertanto ci si trovava in pieno ed indistinto "agro romano".
Quell'esatto punto della circonvallazione Settentrionale, corrispondente all'attuale km 20+200 del G.R.A. ricade, a partire dal 1961, nelle zone Z. III Marcigliana (la carreggiata esterna) e Z. II Castel Giubileo (la carreggiata interna).
Proseguono le localizzazioni e i reperimenti delle targhe del Grande Raccordo Anulare, vecchie di 60 anni e ancora presenti, quali inimitabili reperti toponomastici, negli spartitraffici centrali della A90.
La foto della "circonvallazione Orientale" è ad opera di un impavido Nicola P. e famiglia (ai quali vanno i nostri più sentiti ringraziamenti). Essi, trovandosi casualmente incolonnati sulla corsia di sorpasso all'altezza della via Prenestina, sono riusciti nel preziosissimo intento di riportarci la testimonianza di una targa apposta nel lontano 1955, quando fu istituito il tratto orientale del G.R.A., e sopravvissuta miracolosamente a tutti i raddoppi di carreggiata e lavori vari di ampliamento, succedutisi senza sosta nel corso di questi ultimi decenni.
All'epoca della sua istituzione il G.R.A. era classificato come una strada statale (S.S. G.R.A.) per ciò che concerneva l'A.N.A.S., e al contempo come una normalissima strada comunale in quanto ricadente interamente nel territorio di Roma, e pertanto dotato delle consuete targhe toponomastiche.
Noterete di certo la assenza, in alto a destra della targa, della sigletta di identificazione del comprensorio perché nel 1955 - come ormai ben sappiamo - le 59 zone toponomastiche non erano ancora state istituite e pertanto ci si trovava in pieno ed indistinto "agro romano".
Quell'esatto punto della circonvallazione Settentrionale, corrispondente alle attuali uscite 16 e 17 del G.R.A. ricade, a partire dal 1961, nelle zone Z. VIII Tor Sapienza (la carreggiata interna) e Z. IX Acqua Vergine (la carreggiata esterna).
La foto della "circonvallazione Orientale" è ad opera di un impavido Nicola P. e famiglia (ai quali vanno i nostri più sentiti ringraziamenti). Essi, trovandosi casualmente incolonnati sulla corsia di sorpasso all'altezza della via Prenestina, sono riusciti nel preziosissimo intento di riportarci la testimonianza di una targa apposta nel lontano 1955, quando fu istituito il tratto orientale del G.R.A., e sopravvissuta miracolosamente a tutti i raddoppi di carreggiata e lavori vari di ampliamento, succedutisi senza sosta nel corso di questi ultimi decenni.
All'epoca della sua istituzione il G.R.A. era classificato come una strada statale (S.S. G.R.A.) per ciò che concerneva l'A.N.A.S., e al contempo come una normalissima strada comunale in quanto ricadente interamente nel territorio di Roma, e pertanto dotato delle consuete targhe toponomastiche.
Noterete di certo la assenza, in alto a destra della targa, della sigletta di identificazione del comprensorio perché nel 1955 - come ormai ben sappiamo - le 59 zone toponomastiche non erano ancora state istituite e pertanto ci si trovava in pieno ed indistinto "agro romano".
Quell'esatto punto della circonvallazione Settentrionale, corrispondente alle attuali uscite 16 e 17 del G.R.A. ricade, a partire dal 1961, nelle zone Z. VIII Tor Sapienza (la carreggiata interna) e Z. IX Acqua Vergine (la carreggiata esterna).
Proseguono le localizzazioni e i reperimenti delle targhe del Grande Raccordo Anulare, vecchie di 60 anni e ancora presenti, quali inimitabili reperti toponomastici, negli spartitraffici centrali della A90.
La foto della "circonvallazione Meridionale", dell'ottimo Marco F. ci fornisce testimonianza residuale di una targa apposta nel lontano 1951, quando fu istituito il primo tratto in assoluto del G.R.A., sopravvissuta miracolosamente a tutti i raddoppi di carreggiata e lavori vari di ampliamento, succedutisi senza sosta nel corso di questi ultimi decenni.
L'esatta collocazione di questa targa è in corrispondenza dello svincolo con la via Laurentina, fino al 1962 ad unica carreggiata e, udite udite, con incrocio a raso, e ricade nella esatta confluenza delle zone Vallerano e Castel di Leva (carreggiata esterna), e del quartiere Giuliano Dalmata e della zona Fonte Ostiense (carreggiata interna).
All'epoca della sua istituzione il G.R.A. era classificato come una strada statale (S.S. G.R.A.) per ciò che concerneva l'A.N.A.S., e al contempo come una normalissima strada comunale in quanto ricadente interamente nel territorio di Roma, e pertanto dotato delle consuete targhe toponomastiche.
Nonostante la bassa risoluzione della foto contestuale alle disastrose condizioni delle scritte noterete di certo la assenza, in alto a destra della targa, della sigletta di identificazione del comprensorio perché nel 1951 - come ormai ben sappiamo - le 59 zone toponomastiche non erano ancora state istituite e pertanto ci si trovava in pieno ed indistinto "agro romano".
La foto della "circonvallazione Meridionale", dell'ottimo Marco F. ci fornisce testimonianza residuale di una targa apposta nel lontano 1951, quando fu istituito il primo tratto in assoluto del G.R.A., sopravvissuta miracolosamente a tutti i raddoppi di carreggiata e lavori vari di ampliamento, succedutisi senza sosta nel corso di questi ultimi decenni.
L'esatta collocazione di questa targa è in corrispondenza dello svincolo con la via Laurentina, fino al 1962 ad unica carreggiata e, udite udite, con incrocio a raso, e ricade nella esatta confluenza delle zone Vallerano e Castel di Leva (carreggiata esterna), e del quartiere Giuliano Dalmata e della zona Fonte Ostiense (carreggiata interna).
All'epoca della sua istituzione il G.R.A. era classificato come una strada statale (S.S. G.R.A.) per ciò che concerneva l'A.N.A.S., e al contempo come una normalissima strada comunale in quanto ricadente interamente nel territorio di Roma, e pertanto dotato delle consuete targhe toponomastiche.
Nonostante la bassa risoluzione della foto contestuale alle disastrose condizioni delle scritte noterete di certo la assenza, in alto a destra della targa, della sigletta di identificazione del comprensorio perché nel 1951 - come ormai ben sappiamo - le 59 zone toponomastiche non erano ancora state istituite e pertanto ci si trovava in pieno ed indistinto "agro romano".
Anche se non direttamente collegata alle nostre trattazioni, questa foto merita, data la sua unicità, di essere pubblicata e commentata.
Strada Statale del Grande Raccordo Anulare, anno 1950 (un anno prima della apertura di questa strada, cioè la circonvallazione Meridionale, limitata alla tratta Appia Nuova - Aurelia): l'unica foto di quel periodo giunta fino a noi ci mostra il Raccordo ad unica carreggiata, senza ancora la segnaletica orizzontale (di imminente realizzazione), all'altezza del km 58 dell'epoca; comparato con l'attuale km 58, i conti NON tornano dato che sarebbe totalmente differente la orografia del posto, sbancato a parte, e non si ritroverebbero le sagome dei Castelli Romani.
L'indicazione aggiuntiva "10 km all'Appia", chiaramente leggibile sul cippo miliare, può però farci ragionare su un punto fermo: l'Appia Nuova attualmente incrocia il G.R.A. all'altezza del km 44 + 000, pertanto i "10 km all'Appia" sono da intendere che quel punto è l'attuale km 54 (44 più 10).
Basta recarsi difatti all'attuale km 54, per l'esattezza al km 54+070, per verificare, oltre 60 anni dopo, la corrispondenza del paesaggio circostante (sbancato a parte), in particolare delle sagome dei Castelli (vedi foto a commento).
La foto del 1950 pertanto fu scattata - Archivio Vasari - sulla circonvallazione Meridionale, esattamente in prossimità dell'innesto dalla attuale S.R. 148 Pontina, che nel 1950 era denominata via di Decima ed era anch'essa in fase di realizzazione.
Questa comparazione con due chilometraggi che non coincidono per 4 chilometri (km 58 nel 1950 e km 54 oggi) possono indurci ad ipotizzare una diversa misurazione delle progressive chilometriche del G.R.A. del periodo 1951,
1) o in virtù del fatto che l'anello era assolutamente incompleto e quindi suscettibile di una revisione chilometrica a partire dal 1970 (anno del suo completamento);
2) oppure in virtù del fatto che i successivi raddoppi di carreggiata, svincoli, ampliamenti e varianti di percorso vari (ATTENZIONE: quelli degli anni '60 e non quelli più recenti degli anni '80 e '90) abbiano portato il G.R.A. a passare da 64 km iniziali agli attuali 68.
La seconda ipotesi mi sembra un po' forzata e sono propenso a prendere per buona la prima. Il dibattito è aperto... in attesa di altri reperti.
Strada Statale del Grande Raccordo Anulare, anno 1950 (un anno prima della apertura di questa strada, cioè la circonvallazione Meridionale, limitata alla tratta Appia Nuova - Aurelia): l'unica foto di quel periodo giunta fino a noi ci mostra il Raccordo ad unica carreggiata, senza ancora la segnaletica orizzontale (di imminente realizzazione), all'altezza del km 58 dell'epoca; comparato con l'attuale km 58, i conti NON tornano dato che sarebbe totalmente differente la orografia del posto, sbancato a parte, e non si ritroverebbero le sagome dei Castelli Romani.
L'indicazione aggiuntiva "10 km all'Appia", chiaramente leggibile sul cippo miliare, può però farci ragionare su un punto fermo: l'Appia Nuova attualmente incrocia il G.R.A. all'altezza del km 44 + 000, pertanto i "10 km all'Appia" sono da intendere che quel punto è l'attuale km 54 (44 più 10).
Basta recarsi difatti all'attuale km 54, per l'esattezza al km 54+070, per verificare, oltre 60 anni dopo, la corrispondenza del paesaggio circostante (sbancato a parte), in particolare delle sagome dei Castelli (vedi foto a commento).
La foto del 1950 pertanto fu scattata - Archivio Vasari - sulla circonvallazione Meridionale, esattamente in prossimità dell'innesto dalla attuale S.R. 148 Pontina, che nel 1950 era denominata via di Decima ed era anch'essa in fase di realizzazione.
Questa comparazione con due chilometraggi che non coincidono per 4 chilometri (km 58 nel 1950 e km 54 oggi) possono indurci ad ipotizzare una diversa misurazione delle progressive chilometriche del G.R.A. del periodo 1951,
1) o in virtù del fatto che l'anello era assolutamente incompleto e quindi suscettibile di una revisione chilometrica a partire dal 1970 (anno del suo completamento);
2) oppure in virtù del fatto che i successivi raddoppi di carreggiata, svincoli, ampliamenti e varianti di percorso vari (ATTENZIONE: quelli degli anni '60 e non quelli più recenti degli anni '80 e '90) abbiano portato il G.R.A. a passare da 64 km iniziali agli attuali 68.
La seconda ipotesi mi sembra un po' forzata e sono propenso a prendere per buona la prima. Il dibattito è aperto... in attesa di altri reperti.
Anche se oggi è impossibile addirittura il solo pensarlo, fino alla metà del 1999 la via Appia Antica veniva interrotta drasticamente dal Grande Raccordo Anulare esattamente all’altezza del suo km 48+400: in pratica, il vostro viaggio cultural/archeologico, o una semplice scampagnata in famiglia, ammirando i reperti, le rovine, le statue, insomma la storia della regina viarum, terminavano inesorabilmente sulla carreggiata interna della A90, poiché attraversare le 4 corsie di marcia del G.R.A., con annesse corsie d’emergenza, più il salto dello spartitraffico centrale, era una impresa impossibile per qualunque pedone; ebbene sì, onestamente, anche per noi.
Tale situazione era invero anomala. Da una parte l’Appia Antica, barbaramente tagliata in due parti dalle due carreggiate del G.R.A.; dall’altra, il G.R.A. stesso, che presentava una palese contraddizione di quanto prescritto dal Codice della Strada: un’Autostrada può avere solo immissioni contrassegnate dal segnale “dare la precedenza”. Invece, in questo caso, eravamo in presenza di un vero e proprio incrocio a raso, con tanto di “STOP”, situazione assolutamente non contemplata dal codice.
I più nostalgici tra noi, e voi, ricorderanno sicuramente l’esistenza di questo incrocio tanto unico nel suo genere quanto ingiusto (oggi non solo inesistente, ma del tutto impossibile anche solo da immaginare dove potesse essere collocato) che divideva la regina viarum in due tronconi, privandola della dignità che tale storica strada meritava.
Tale scempio stradale risale direttamente al 7 agosto 1951, data di inaugurazione del tratto del Grande Raccordo Anulare che andava dalla via Appia Nuova alla via Aurelia (allora definito circonvallazione meridionale); all’epoca, tuttavia, era comunque possibile proseguire sulla Appia Antica oltrepassando il G.R.A., in quanto quest’ultimo era a carreggiata singola con due corsie in tutto, senza lo spartitraffico centrale, e presentava un volume di traffico del tutto irrisorio, tale da permettere di poter impegnare l’incrocio.
Fu tra il 1962 e il 1979 che la tratta del G.R.A. Tuscolana-Aurelia fu progressivamente trasformata in due corsie per ogni senso di marcia, più la corsia di emergenza, con spartitraffico centrale, e fu nel 1965 che la via Appia Antica subì la definitiva ed irrimediabile frattura.
Tale situazione di vergogna durò 34 anni esatti. Com’è noto, avvicinandoci a tempi per noi, e voi, più recenti, nell’estate del 1999 venne realizzata la terza corsia del G.R.A. tra gli svincoli di via Tuscolana e via Laurentina, con la contemporanea realizzazione della doppia galleria dell’Appia Antica sottopassante la omonima storica strada consolare (e le zone limitrofe, adibite a parco); e la regina viarum, dopo 48 anni esatti di divisione ed isolamento, tornò ad essere unita, come il suo immortale ed imperituro blasone esige.
NELLA FOTO, L’incrocio a raso del G.R.A., subito dopo il km 48+400, con la via Appia Antica, in una istantanea (screen-shot) di una ripresa VHS effettuata nel giugno 1992 mentre io e i miei amici ci dedicavamo ad alcune delle nostre usuali esplorazioni metropolitane.
Percorrendo l’Appia Antica, una volta arrivati a ridosso del G.R.A., si doveva necessariamente svoltare a destra ed immettersi così sulle corsie della sua carreggiata interna; oltre lo spartitraffico centrale del GRA si nota la prosecuzione dell’Appia Antica in direzione Frattocchie di Marino, con il cartello “termine autostrada”.
Tale situazione era invero anomala. Da una parte l’Appia Antica, barbaramente tagliata in due parti dalle due carreggiate del G.R.A.; dall’altra, il G.R.A. stesso, che presentava una palese contraddizione di quanto prescritto dal Codice della Strada: un’Autostrada può avere solo immissioni contrassegnate dal segnale “dare la precedenza”. Invece, in questo caso, eravamo in presenza di un vero e proprio incrocio a raso, con tanto di “STOP”, situazione assolutamente non contemplata dal codice.
I più nostalgici tra noi, e voi, ricorderanno sicuramente l’esistenza di questo incrocio tanto unico nel suo genere quanto ingiusto (oggi non solo inesistente, ma del tutto impossibile anche solo da immaginare dove potesse essere collocato) che divideva la regina viarum in due tronconi, privandola della dignità che tale storica strada meritava.
Tale scempio stradale risale direttamente al 7 agosto 1951, data di inaugurazione del tratto del Grande Raccordo Anulare che andava dalla via Appia Nuova alla via Aurelia (allora definito circonvallazione meridionale); all’epoca, tuttavia, era comunque possibile proseguire sulla Appia Antica oltrepassando il G.R.A., in quanto quest’ultimo era a carreggiata singola con due corsie in tutto, senza lo spartitraffico centrale, e presentava un volume di traffico del tutto irrisorio, tale da permettere di poter impegnare l’incrocio.
Fu tra il 1962 e il 1979 che la tratta del G.R.A. Tuscolana-Aurelia fu progressivamente trasformata in due corsie per ogni senso di marcia, più la corsia di emergenza, con spartitraffico centrale, e fu nel 1965 che la via Appia Antica subì la definitiva ed irrimediabile frattura.
Tale situazione di vergogna durò 34 anni esatti. Com’è noto, avvicinandoci a tempi per noi, e voi, più recenti, nell’estate del 1999 venne realizzata la terza corsia del G.R.A. tra gli svincoli di via Tuscolana e via Laurentina, con la contemporanea realizzazione della doppia galleria dell’Appia Antica sottopassante la omonima storica strada consolare (e le zone limitrofe, adibite a parco); e la regina viarum, dopo 48 anni esatti di divisione ed isolamento, tornò ad essere unita, come il suo immortale ed imperituro blasone esige.
NELLA FOTO, L’incrocio a raso del G.R.A., subito dopo il km 48+400, con la via Appia Antica, in una istantanea (screen-shot) di una ripresa VHS effettuata nel giugno 1992 mentre io e i miei amici ci dedicavamo ad alcune delle nostre usuali esplorazioni metropolitane.
Percorrendo l’Appia Antica, una volta arrivati a ridosso del G.R.A., si doveva necessariamente svoltare a destra ed immettersi così sulle corsie della sua carreggiata interna; oltre lo spartitraffico centrale del GRA si nota la prosecuzione dell’Appia Antica in direzione Frattocchie di Marino, con il cartello “termine autostrada”.